sabato 29 maggio 2010

Rasentare la satira

[...] Dato che l'intervistatore generalmente è uno specialista dell'intervista più che dell'autore in questione, la macchina funziona spesso secondo alcuni riflessi, cioè dei cliché intercambiabili, stock di domande tipo rispetto alle quali si è rapidamente costituito uno stock simmetrico di risposte tipo che riducono drasticamente l'imprevisto. In materia di finzione, la questione regina è: "Questo libro è autobiografico?", e la risposta regina: "Sì e no" (Barthes per Fragments d'un discours amoureux: "Sono io e non sono io"; Mauriac per Yves Frontenac: "Allo stesso tempo io e non io"; Sollers per Portrait d'un jouer: "Sì e no: è Philippe Sollers se fosse un personaggio di un romanzo"; più contorto, Truman Capote - e qui abbrevio: "I miei libri più autobiorafici non sono quelli che si pensa, ecc."). Altra domanda-cliché: "Ci sono delle chiavi?"; risposta-cliché: "Nessuna chiave: ci sono certamente dei modelli ma li ho confusi". "Ha subito l'influenza di X?" - "Assolutamente no, non l'ho mai letto"; o più perversamente, secondo la tecnica del controfuoco: "No, non di X, ma di Y, al quale nessuno ha mai pensato". "Il suo libro opera o illustra un ritorno a... (a Balzac, al racconto, alla psicologia, alla tradizione francese classica, a Kant, a Descartes, a Plotino...)?" - "Sì e no, la Storia avanza a spirale". "Scrivere questo libro l'ha cambiata?" - "Sì e no, si cambia mai veramente?" (Simone de Beauvoir, per Le Deuxième Sexe, risponde semplicemente no, risposta ingannevole). Alla domanda: "Ha impiegato molto tempo a scriverlo?", due buone risposte: "Sì, cancello in continuazione", e "L'ho scritto molto rapidamente dopo averlo a lungo portato con me". "Qual è il suo personaggio preferito?" - "Tal dei tali, perché è quello che mi assomiglia meno". Ma la domanda più produttiva, nelle interviste ai romanzieri, perché è quella che non si presta a risposte del tipo , no, o sì e no, consiste nell'esigere dall'autore che spieghi (come se non l'avesse, il più delle volte, già fatto troppo) il comportamento dei suoi personaggi. Molto rari quelli che, come Faulkner, hanno la fermezza di sottrarvisi.  La maggior parte, trasfigurati dall'urgenza, si lanciano in tentativi di motivazione saltando di palo in frasca e rifacendosi alla psicologia più triviale, con grande gioia del pubblico convinto di stare per penetrare negli arcani della creazione. E' il gran momento, il culmine della serata [...].


-- Gérard Genette, Soglie. I dintorni del testo

venerdì 28 maggio 2010

Idiotismo continuo

Un sonetto di Teo Baracca

55. La storia de Tranquillo
La storia de Tranquillo è llunga storia
narata in antri tempi có ddovizzia
aqquanno se crepava l’avarizzia
nér riccontà ‘na trama meritoria

N’ c’è prescia[1] pe la via affabbulatoria,
parole su pparole in amicizzia,
‘r dettajo, l’antefatto, ‘na malizzia
Allunga la minestra, l’oratoria

Ar giorno d’oggi ‘nvece annamo ar fatto
strignemo sur riassunto condenzato
La storia de Tranquillo è ccorta affatto

Ar dunque, senza fronzoli né ttatto:
Je dissero “tranquillo!” e ss’è ffidato
Tranquillo, fu ccosì, morì inculato

Roma, er 31 de marzo der 2k8

[1] Non c’è fretta

lunedì 24 maggio 2010

Cotto e mangiato

Compro più libri di quelli che posso leggere. Nel senso che non aspetto mai di arrivare alla fine di un libro per prenderne un altro, col risultato che accumulo volumi che forse dopo, appena ho finito questo, oppure no, dopo quest'altro che ho sul comodino, ma prima veniva quello che mi è arrivato ieri, no, no, aspetta, leggo questo e poi, forse, se me lo ricordo, gli altri li leggerò.
Perché lo faccio? Non lo so. Probabilmente non sono l'unico. Credo che molto dipenda dalla scarsa confidenza che ho io e hanno gli italiani in generale con le biblioteche [che per parte loro sono diffuse poco e male sul territorio, o sono poco fornite, ho vi prestano un libro solo se gli fornite un paio di faldoni di documenti sul conto vostro e della vostra famiglia, insieme a uno scritto in cui dovete parlare di voi e del perché vi piace leggere] - e non ci vanno di mezzo solo le biblioteche: i libri preferisco non farmeli prestare da nessuno e non li presto volentieri a nessuno. Ogni volta mi dico: "E se poi mi viene in mente una cosa, una frase, un titolo, e non posso andare a controllare sulla pagina?". Ecco, questo mi sarà successo tre o quattro volte in ventidue anni di vita, ma è quanto basta. E non posso giustificarmi con qualche scompenso o robe del genere, robe del tipo "Quando sono depresso compro un libro" [pronunciato come fossi un personaggio di Sex and the City]. Io quando sono depresso, triste, o mi sento solo, abbandonato da tutti, o un fallimento totale - in tutti questi casi, mangio. Solo una volta ho comprato una cosa: caffè.

Tutto questo per dire che ho un sacco di libri che non ho tempo di leggere. 
Questa rubrica poteva chiamarsi anche così, I libri che non ho tempo di leggere, invece si chiama Cotto e mangiato, con una simpatica e ironica allusione al best-seller di Benedetta Parodi, perché è una rubrica simpatica e ironica. Adesso cominciamo - il gelato si sta sciogliendo.

giovedì 20 maggio 2010

And that's what you missed

Un breve riassunto di quello che ci è capitato durante questi mesi settimane giorni di parziale inattività del blog.


Mentre gb spendeva sei euro e ottanta per inviare sette pezzi di carta via fax, ludmilla ha deciso di prendersi un e-book reader. E' andata nel negiozio di elettronica più vicino a casa sua, ha chiesto al commesso e lui ha risposto: "Cos'è un e-book reader?". Si è detta che ne comprerà uno più o in là, magari su ibs.it. Si è immaginata il pacco con dentro l'attrezzo e un coupon per cinque eruo di sconto se ne spendi almeno cinquanta - in e-book.
Nel frattempo, lia ha pensato che fosse una buona idea rimettersi a parlare con una sua vecchia fiamma. 
Non lo era.
mt ha trovato un cinema chiuso un paio di volte e questo l'ha depresso più del solito. Poi è iniziato a piovere ed è rimasto sempre a casa, a vedere film di Alfred Hitchcock e a sviluppare una dipendeza dal Gran Soleil al cioccolato. In quegli stessi giorni gb ha finito di leggere il Corsaro Nero, che languiva sul suo comodino da un mese.
ludmilla ha visto in tv gli spot per la giornata del libro con Saviano e Benedetta Parodi e ha pensato che questo fatto da solo basterebbe a mettere la parola fine a tutte le discussioni, mentre lia prendeva in simpatia i cinesi, che, a suo dire, stanno distruggendo la nostra economia offrendoci la possibilità di fare quello che in anni di democrazia e liberismo siamo stati educati a fare: acquistare un sacco di roba a due soldi.
Nel frattempo, mt usciva dal letargo. Una donna bioda, elegante, che non aveva mai visto prima, ha bussato alla sua porta e l'ha messo a parte di un terribile segreto prima di morire con un coltello conficcato nella schiena. Lui voleva che venisse fuori la verità, ma è stato accusato dell'omicidio della donna e si è visto costretto a fuggire. Per qualche strano caso del destino, gb l'ha incontrato al British Museum.
ludmilla ha visto quell'episodio dei Simpson [forse vede troppa televisione] in cui il signor Burns compra tutti i mezzi d'informazione di Springfield tranne il giornalino di Lisa, che prima di desistere dà seguito a tutta una serie di altri giornalini indipendenti. Homer commenta che in quel modo invece di un gigantesco gruppo che controlla il 90% dei media ci stanno centinaia di svitati che stampano le loro inutili opinioni [più o meno. La citazione corretta è: "See Lisa, instead of one big-shot controlling all the media, now there's a thousand freaks xeroxing their worthless opinions"]. Ha pensato alle piccole e medie case editrici italiane, ma, davvero, non voleva. E' stato più forte di lei.

lunedì 17 maggio 2010

[Il racconto del mese #6]

Vi è mai successo di rimanere da soli in macchina con vostro nonno [o vostro padre, se è vecchio abbastanza] e, dopo un paio di minuti di silenzio, vederlo iniziare a parlare senza nessuna logica di qualcosa di strano [solo per voi] e metterci almeno venti minuti prima di arrivare alla fine, senza avere la minima idea del perché ve la stesse raccontanndo, 'sta storia?
Se vi è successo [a me no - mio nonno vive in un castello medievale mai restaurato, collezionando francobolli e dipingendo nature morte composte di frutta, strumenti musicali e animali impagliati], sapete che l'unico aggettivo per descrivere la storia è random. E per descrivere la vostra reazione potete usare sia imbarazzato che intenerito, o tutti e due insieme.
Ecco, il racconto di questo mese si chiama Quello che non è successo ed è così: vostro nonno [o vostro padre] che parla [esprimendosi come solo lui e i tronisti di Uomini e Donne quando ci stanno le vecchie sanno fare], e voi che non vedete l'ora che finisca e/o lo guardate rapiti, e quando finisce gli date una pacca sulla spalla.
L'ha scritto Valentina Marchetti - che, per quanto ne so, non ha nipoti né figli - e lo potete leggere cliccando qui sotto o qui.




Potete mandare il vostro racconto a lacollanadellaregina@gmail.com o via fax. No, sul serio, esistono ancora i fax?

mercoledì 5 maggio 2010

Foyer du cinéma #2

Cinema Eden
Piazza Cola Di Rienzo, 74-76-78
00100 - Roma

20/04/10 17:20
Perdona e dimentica

Il sito del cinema dice che è chiuso. Io decido di provare lo stesso. 
Il cinema, in effetti, è chiuso.

domenica 2 maggio 2010

Un coupon per uno stupro gratis

Un losco figuro nei pressi dell'università ti si avvicina e ti dà - borbottando: "Non è il solito foglietto" - questo:

Scopri che gli studi di genere e il lavoro delle femministe sono finalmente serviti a qualcosa: la scusa per adescare  giovani studentesse represse.

[Il numero di telefono è oscurato perché non ero certa che nessuno avrebbe chiamato. Il cognome del tizio è oscurato per gioco - io dico che è Vittorio Messori, voi?]