mercoledì 7 luglio 2010

Foyer du cinéma #3

Fabrizio Frizzi è stato a casa mia, una volta. Non riesco a ricordare di preciso quando, ma ho un termine ante quem: il 22 marzo del 1996.  Fabrizio Frizzi si è chinato su me e mia sorella [rispettivamente otto e sei anni, se si trattasse del '96] ci ha sorriso e ha detto qualcosa come: "Sto doppiando questo nuovo film Disney. Lo andrete a vedere?". 
Fabrizio Frizzi sembrava altissimo. Il film era Toy Story.
Toy Story è stato il primo lungometraggio completamente generato al computer, oltre che il primo della Pixar. Non posso ricordarmi se allora si parlava di derive tecnologiche, di disumanizzazione, di rischi per una gioventù cui veniva sottratta la carezza delle matite. Il Corriere della Sera mi fa pensare di sì. 
Non riesco a ricordare nemmeno se mia sorella e io abbiamo visto il film al cinema o abbiamo aspettato che uscisse in videocassetta. Di sicuro ricordo di averlo visto, ma senza particolari entusiasmi. Era un film Disney, in un periodo in cui film Disney significava soprattutto "film animato con le canzoni e una pricipessa che esce verso Natale e al Sistina fanno uno spettacolo coi pupazzi di Topolino e Pippo e tutti gli altri e poi proiettano il film e noi ci andiamo, pensa".
Facevano sul serio queste cose al Teatro Sistina di Roma, e i miei genitori sul serio ci caricavano in macchina e guidavano fino in città per farcele vedere. Ricordo di aver visto così Pocahontas, Il gobbo di Notre Dame e Hercules. Ricordo di aver litigato con un mio compagno di classe che osava sostenere di esserci stato anche lui, al Sistina. Non gli ho mai chiesto, dopo, se era vero. Il suo errore era stato nel dire di essersi addormentato durante lo spettacolo.

Oggi sono andato al Barberini e ho speso dodici euro [dico sul serio, dodici euro] per vedere Toy Story 3. Ci sono andato con la metropolitana. Sopra c'era un tizio che continuava a ripetere che Roma è piena di merda e fregne e prima c'erano un sacco di froci poi le Brigate Rosse hanno portato le fregne e la merda e invece le SS quelli sì che erano soldati altro che Alemanno. Le SS, ci vorebbero a Roma.

Fabrizio Frizzi è ancora la voce di Woody, il protagonista di Toy Story, e immagino sia ancora alto. Mia sorella ha vent'anni e non sa se andare avanti con l'università o cercarsi un lavoro. Io di anni ne ho ventidue e da solo, con un paio di scarpe nuove che mi fanno male ai piedi, vicino a uno sbandato che invoca il ritorno dei nazisti, vado a vedere un film che parla di giocattoli.
E sono contento.
Io un pupazzo di Woody l'avevo comprato.

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