lunedì 29 marzo 2010

Fitzgerald si rivolta nella tomba

C'erano così tante cose che un tempo avevo desiderato! Il problema è che quando uno è giovane non ne sa mai abbastanza: ti dicono bugie in continuazione, in cento modi diversi, e così ti incasinano le idee su come è fatto il mondo; quando immagini la vita che vorresti, immagini cose che non esistono. Se fossi potuto tornare indietro a spiegare al me stesso di tanti anni prima quali erano le alternative vere, quali sarebbero state le vere conseguenze di certe decisioni, quel ragazzo avrebbe saputo cosa scegliere. Ma all'epoca non lo sapevo; e adesso, che lo sapevo, la mia mente era troppo zeppa di inutili informazioni di contorno, e  legata a interessi particolaristici, e io ero confuso.

lunedì 22 marzo 2010

Re: Re: Regina

Cara Regina,
sono rimasto particolarmente colpito dalle vicende che hanno scosso le Chiese di Irlanda e Germania. Mi riferisco ovviamente ai casi di pedofilia di cui tanto si parla in questi giorni. Ne sono rimasto colpito non solo perché ho ricevuto una solida educazione cattolica, ma perché uno dei membri della mia famiglia è un sacerdote.
Il fratello di mia nonna è il parroco del piccolo paese in cui sono cresciuto. Essendo mia nonna rimasta vedova molto presto, vive da quasi quarant'anni con il fratello, nella canonica. Questo per me ha significato (e significa) che ogni Pranzo della Domenica dalla Nonna si trasformasse (e si trasforma) nel Pranzo a Casa del Prete. Ora, Regina, non le sto a dire quali ripercussioni questo abbia avuto sulla mia crescita. Quello che mi ha fatto più riflettere in questi giorni è altro.
Ho realizzato che, nonostante il numero di preti coi quali, in tutti questi anni, ho diviso il pranzo sia incredibile, nessuno ha mai abusato di me.

lunedì 15 marzo 2010

Intervista esclusiva a Davide Maestro

Non posso negare di essere in ansia per l'incontro con Davide Maestro. Sono la prima ad intervistarlo faccia a faccia, da quando ha deciso di rinunciare ai messaggi in codice nascosti tra le pagine dei quotidiani cui affidava le risposte alle domande che dovevano essergli recapitate tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
La sua agente mi ha spiegato che la rinuncia è avvenuta dopo la discussione con Paolo Di Stefano e il Corriere della Sera. Sembra infatti che Di Stefano avesse interpretato come messaggio di Maestro le prime lettere di ogni riga di un articolo sull'Isola dei Famosi, mentre la risposta dello scrittore era da leggersi collegando le prime lettere di ogni riga di un articolo sull'alopecia. "La cosa assurda", mi ha detto l'agente, "è che quello che veniva fuori in entrambi i casi era identico."

martedì 9 marzo 2010

[Il racconto del mese #4]

Se aprile è il più crudele dei mesi, il primo dei crudelissimi, marzo è il secondo o il primo dei più buoni?
Probabilmente non lo sapremo mai [anche perché la domanda non ha alcun senso].
Quello che sappiamo è che la primavera è alle porte e che da dove sto scrivendo nevica. Nevica e sarò bloccato qui probabilmente per tutto il giorno, anche se dovrei tornare a Roma per le quattro. Ma lo sappiamo tutti che con i treni regionali è impossibile andare da qualsiasi parte come cade un fiocco di neve. L'ultima volta che ho preso il treno con la neve l'ho dovuto cambiare tre volte e sono arrivato con due ore e quaranta di ritardo.
Quindi, dicevo, la primavera è alle porte e vogliamo celebrare gli ultimi scampoli d'inverno con un racconto che si intitola Neve.
Angelo Macrì, l'autore, è uno serio. Scrive sul suo blog, e quando non lo fa [succede spesso] scrive sceneggiature per fumetti. Ha collaborato con un sacco di bella gente [tra cui ricordiamo l'idolo dell'internet Makkox], ha vinto dei premi. E' arrivato quinto a un concorso internazionale che si tiene a Bruxelles. Dico, Bruxelles. Dove di sicuro se nevica si possono prendere i treni senza problemi.
La storia, come sempre, la potete leggere qui sotto o qui.




Puoi mandare il tuo racconto a lacollanadellaregina@gmail.com. Giuro che lo leggiamo.

sabato 6 marzo 2010

Sull’editoria a pagamento

di Ernesto Baj*

Basta, davvero! Non riesco a capire chi consacra la propria vita alla “lotta all’editoria a pagamento”. Che cos’è l’editoria a pagamento? Semplice, esistono delle case editrici che fanno pagare i libri che stampano, a chi quei libri li scrive. Quindi non li vende a chi li leggerà, ma direttamente all’autore del testo. Con qualche migliaio di euro ti spediscono a casa qualche centinaio di copie. Questo è. Ebbene, in Rete esistono forum, siti, editori che della “lotta” a questo fenomeno fanno la propria bandiera, e a questa lotta, così parrebbe, consacrano la propria vita. Non all’inquinamento globale, o agli allevamenti intensivi di polli, dove un pollo diventa macellabile a ventiquattro giorni dalla propria nascita, o alla totale mancanza di una politica culturale nel nostro Paese. No, il più grande problema dell’umanità, per questa gente, è che qualcuno spenda i propri soldi per vanità. Ok, è un problema. Ma allora tanto vale prendersela con chi compra un SUV, spendendo tre volte i denari che spenderebbe per un’utilitaria, e inquinando il triplo. Oppure sarebbe meglio avere qualcosa da dire contro l’ultima geniale riforma della Scuola, che ha istituito il Liceo coreutico dove si impara a ballare e cantare, e che è, a tutti gli effetti, un Amici di Maria de Filippi per under diciotto. Sì, perfetto, insegnamo ai ragazzi italiani a ballare e cantare, diamo loro gli strumenti per il mondo dello spetaccolo, l’importante è che non paghino per pubblicare un loro libro. E pazienza se agli esami di maturità porteranno Salsa e Merengue. Fra l’altro il coreutico, indirizzo danza, prevede quattro ore di italiano a settimana, contro le otto di tecniche della danza, le quattro di laboratorio coreutico e le tre di coreografia. Due ore di Storia contro tre di storia della danza e della musica. Non dovrebbero esserci problemi, questi ragazzi non dovrebbero andare ad ingrossare le fila dell’editoria a pagamento. E allora, evviva il Liceo coreutico e abbasso l’editoria a pagamento!

*Ernesto Baj mi ha mandato questo pezzo chiedendomi di pubblicarlo e io ho obbedito perché ha amici potentissimi. No, scherzo. Potrebbe benissimo essere uno di noi. [gb]

venerdì 5 marzo 2010

Col lanternino

Siamo una nazione di fini autori di gesti. Uomini e donne che trascendono con piccole azioni, un popolo condannato a creare poesia. Io non sono diverso, e mi muovo goffamente all'interno di quella tradizione grandiosa. I nostri eroi saltano con i loro destrieri su precipizi montani, cadendo incontro a una morte gloriosa. Si iniettano del veleno e languiscono in nome del progresso medico. Inevitabilmente i nostri eroi muoiono, o muoiono le loro speranze, e questo è un malinconico motivo di vanto per il nostro popolo paziente. Come e quando, il metodo e il momento per una sconfitta finale e solitaria. E' l'arte in cui eccelliamo di più.

[Daniel Alarcón, "Una tecina per rimanere soli"]

Daniel Alarcón non è un idiota. Ha vinto dei premi, delle borse di studio. I suoi racconti sono stati pubblicati dal New Yorker, da Harper's e da McSweeney's. Nel 2007 [quando ha trent'anni] è tra i ventuno del Best of Young American Novelists di Granta.
Non è un idiota.
Se volete leggere, in traduzione, qualcosa di suo, trovate Guerra a lume di candela, una raccolta di racconti, l'esordio. L'editore è Terre di mezzo.
Se l'avete letto, vi è piaciuto, e vi vorreste dedicare al suo secondo libro, il romanzo Lost City Radio, be', sono cazzi vostri. Ché se i racconti almeno un piccolo editore s'è degnato di pubblicarli, del romanzo sembra non esserci traccia, in Italia. Googlando a destra e a manca si scopre che lo doveva aver pubblicato Rizzoli addirittura nell'autunno del 2008, ma sul sito della casa editrice se cerci Alarcón non ti rispondo nemmeno. Il che può significare tre cose: o a Rizzoli non hanno mai sentito parlare di questo tizio [io voto per questa], o hanno comprato il libro ma poi hanno pensato che era meglio lasciarlo nel cassetto, o l'hanno pubblicato, ma in un universo parallelo in cui Rizzoli è ancora una gloriosa casa editrice [un universo in cui Angelo Rizzoli non è morto e non ha avuto figli].
Del resto, è così che si costruisce un pubblico di lettori: pubblicando bei libri e dando collane che hanno fatto la storia in mano ad anziani senza collo.

lunedì 1 marzo 2010

Re: Regina

Cara Regina,
sono una studentessa universitaria ventitrenne della provincia di Milano che ha appena scoperto che probabilmente ha sbagliato tutto.
Ti spiego.
Ho sempre cercato - da quando non riesco più nemmeno a ricordarmelo - di essere diversa, di distinguermi. Il mio credo era riassumibile nel motto "non fare quello che fanno tutti", che presto diventò, più genericamente, "non fare quello che fanno gli altri".
Se le mie amiche dopo scuola non si perdevano una puntata di Dawson's Creek, a me infastidiva anche solo la sigla. Quando i pomeriggi di maggio loro infilavano le mani nei pantaloni dei fighetti della scuola, nascoste all'ombra del parco, io ero a casa a leggere All'ombra delle fanciulle in fiore. Da quando ho deciso che posso innamorarmi, non riesco a stabilire un rapporto che non sia costantemente in bilico, per non dover essere costretta ad ammettere che "ho un ragazzo" anch'io.