sabato 6 marzo 2010

Sull’editoria a pagamento

di Ernesto Baj*

Basta, davvero! Non riesco a capire chi consacra la propria vita alla “lotta all’editoria a pagamento”. Che cos’è l’editoria a pagamento? Semplice, esistono delle case editrici che fanno pagare i libri che stampano, a chi quei libri li scrive. Quindi non li vende a chi li leggerà, ma direttamente all’autore del testo. Con qualche migliaio di euro ti spediscono a casa qualche centinaio di copie. Questo è. Ebbene, in Rete esistono forum, siti, editori che della “lotta” a questo fenomeno fanno la propria bandiera, e a questa lotta, così parrebbe, consacrano la propria vita. Non all’inquinamento globale, o agli allevamenti intensivi di polli, dove un pollo diventa macellabile a ventiquattro giorni dalla propria nascita, o alla totale mancanza di una politica culturale nel nostro Paese. No, il più grande problema dell’umanità, per questa gente, è che qualcuno spenda i propri soldi per vanità. Ok, è un problema. Ma allora tanto vale prendersela con chi compra un SUV, spendendo tre volte i denari che spenderebbe per un’utilitaria, e inquinando il triplo. Oppure sarebbe meglio avere qualcosa da dire contro l’ultima geniale riforma della Scuola, che ha istituito il Liceo coreutico dove si impara a ballare e cantare, e che è, a tutti gli effetti, un Amici di Maria de Filippi per under diciotto. Sì, perfetto, insegnamo ai ragazzi italiani a ballare e cantare, diamo loro gli strumenti per il mondo dello spetaccolo, l’importante è che non paghino per pubblicare un loro libro. E pazienza se agli esami di maturità porteranno Salsa e Merengue. Fra l’altro il coreutico, indirizzo danza, prevede quattro ore di italiano a settimana, contro le otto di tecniche della danza, le quattro di laboratorio coreutico e le tre di coreografia. Due ore di Storia contro tre di storia della danza e della musica. Non dovrebbero esserci problemi, questi ragazzi non dovrebbero andare ad ingrossare le fila dell’editoria a pagamento. E allora, evviva il Liceo coreutico e abbasso l’editoria a pagamento!

*Ernesto Baj mi ha mandato questo pezzo chiedendomi di pubblicarlo e io ho obbedito perché ha amici potentissimi. No, scherzo. Potrebbe benissimo essere uno di noi. [gb]

8 commenti:

federico ha detto...

Questo Enesto Bah sa il fatto suo. Io mi permetto solo di aggiungere che quegli editori che fanno pagare gli autori d'altro canto almeno poi pagano chi lavora, che mi pare la cosa principale. Tanti di quei piccoli "virtuosi" che (tramite comunque contratti spesso allucinanti) gli autori non li fanno pagare, poi quasi sempre "dimenticano" di pagare anche chi quel libro lo fa: chi ha letto i manoscritti, corretto le bozze, fato da editor, impaginato, promosso etc. Prendiamola con chi fa pagare gli autori, non con chi taglia le gambe a una generazione di 20/30enni.

Anonimo ha detto...

be', però 'sta cosa di ironizzare sui cognomi non è carina, Fede.
"Bah"? secondo me Ernesto s'incazza :D

comunque sì. i cancri dell'editoria sono più silenziosi.

e-

Anonimo ha detto...

A me è quasi venuta voglia di comprare un SUV a causa di tutte le lotte contro i SUV. Meno male che non c'ho i soldi.


francescocolla

Anonimo ha detto...

compra un SUV molto usato...
e-

Anonimo ha detto...

No, se non posso sfoggiare un SUV nuovo di zecca non c'è piacere. E poi comprandone uno di seconda mano non darei il mio modesto ma fiero contributo all'incremento del traffico.

francescocolla

paolo segneri ha detto...

non potrei essere più d'accordo: l'editoria a pagamento non è un problema, ma la giusta punizione per una nazione particolarmente incline al narcisismo. e davvero non se ne può più di questa crociata, ripresa pure qui http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2010/03/05/contro-gli-editori-a-pagamento/ argh

Anonimo ha detto...

E' come dire che visto che si è parlato tanto di berlusconi e delle su uscite (anzi entrate) con le minorenni allora non bisogna processarlo nel caso in cui sia colpevole. Poi siamo arrivati al punto in cui uno non è libero di scegliersi le proprie battaglie?
Poi cosa c'entra il fatto di non far pagare gli editori e di non pagare i collaboratori. Se lavorano in nero è un problema loro (e questo sì che è illegale). Se c'è un contratto ci si rivale sul contratto.
Inoltre l'editoria a pagamento droga il mercato, toglie risorse che dovrebbero essere dedicate agli editori veri, e un milione di altre cose che chiaramente non siete interessati a sapere.
Un post che non ha ne capo ne coda e dimostra quanta ignoranza c'è nel campo.

Giorgio ha detto...

non è l'editoria a pagamento, il problema è la menzogna che propinano dicendo che il testo merita ma che la congiuntura economica è sfavorevole agli esordiente. Gli/Le mentono sapendo di mentire ed è sacrosanto ricordarlo.
Infatti nessuno fa crociate contro Lulu o la vanity press.