lunedì 22 marzo 2010

Re: Re: Regina

Cara Regina,
sono rimasto particolarmente colpito dalle vicende che hanno scosso le Chiese di Irlanda e Germania. Mi riferisco ovviamente ai casi di pedofilia di cui tanto si parla in questi giorni. Ne sono rimasto colpito non solo perché ho ricevuto una solida educazione cattolica, ma perché uno dei membri della mia famiglia è un sacerdote.
Il fratello di mia nonna è il parroco del piccolo paese in cui sono cresciuto. Essendo mia nonna rimasta vedova molto presto, vive da quasi quarant'anni con il fratello, nella canonica. Questo per me ha significato (e significa) che ogni Pranzo della Domenica dalla Nonna si trasformasse (e si trasforma) nel Pranzo a Casa del Prete. Ora, Regina, non le sto a dire quali ripercussioni questo abbia avuto sulla mia crescita. Quello che mi ha fatto più riflettere in questi giorni è altro.
Ho realizzato che, nonostante il numero di preti coi quali, in tutti questi anni, ho diviso il pranzo sia incredibile, nessuno ha mai abusato di me.

Come crede che sia possibile? E' vero, la pubertà non è stata clemente con me, ma almeno fino ai dieci anni sono stato un bambino bellissimo. Volevo inviarle una foto per farle vedere quanto fossi affascinante a otto anni, ma il mio compagno me l'ha sconsigliato. Mi creda sulla parola, Regina: ero una bomba. Eppure niente, nemmeno una palpatina tra il primo e il secondo.
Come se lo spiega?
La prego di rispondere.
Il mio livello di autostima non era così basso da quando inviavo lettere a Carlo Rossella.

ladygago86


Caro ladygago86,
credimi se ti dico che sono stata profondamente turbata dalla tua lettera. Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che hai sperimentato al pensiero di non essere mai stato amato. Ho deciso di risponderti per esprimere la mia vicinanza a te, e per proporti un cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione.
Il compito che ora ti sta dinnanzi è quello di affrontare il problema, e di farlo con coraggio e determinazione. Nessuno si immagina che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo. Positivi passi in avanti sono stati fatti - tra le righe leggo che hai un compagno, e spero tu sia felice con lui -, ma molto di più resta da fare.
Vista la tua educazione, ti chiedo di ricordarti della “roccia da cui siete stati tagliati” (Is 51, 1). Rifletti sui contributi generosi, spesso eroici, offerti dalla Chiesa, e lascia che ciò generi slancio per un onesto auto-esame e un convinto programma di rinnovamento. La mia preghiera è che tu possa superare la presente crisi e ritornare a casa per pranzo.
In molte famiglie d'Italia vi è stato qualcuno – come il fratello di tua nonna – che ha dato la propria vita alla Chiesa. Giustamente le famiglie italiane hanno in grande stima ed affetto i loro cari, che hanno offerto la propria vita a Cristo, condividendo il dono della fede con altri e attualizzandola in un’amorevole servizio di Dio e del prossimo. Negli ultimi decenni, tuttavia, la Chiesa nel nostro Paese ha dovuto confrontarsi con nuove e gravi sfide alla fede scaturite dalla rapida trasformazione e secolarizzazione della società. Fu anche determinante in questo periodo la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo. Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo fu a volte frainteso e in verità, alla luce dei profondi cambiamenti sociali che si stavano verificando, era tutt’altro che facile valutare il modo migliore per portarlo avanti. In particolare, vi fu una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, ad evitare approcci.
È in questo contesto generale che dobbiamo cercare di comprendere il tuo sconcertante problema, e solo esaminando con attenzione i molti elementi che diedero origine alla tua crisi è possibile intraprendere una chiara diagnosi delle sue cause e trovare rimedi efficaci.
Hai sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuta. È stata tradita la tua fiducia, e la tua dignità è stata violata. È comprensibile che trovi difficile perdonare o essere riconciliato con la Chiesa. Tuttavia ti chiedo di non perdere la speranza.
Sei ancora giovane.

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Cara Regina,
quando una ragazza, dico, cioè, una ragazza con un bel culo che insomma co du chiappe che - ma veramente, due chiappe che je parlano con eloquente parlantina e je parlano e magari dicono anche levate, cioè ma tu puoi vedere mentre si alza per sistemare la borsa nel vano antistante e lì rivolte a te in quel momento preciso in quel momento magico, ma veramente magico! ecco in quel momento come intendere che dicano sfonname, ma forse questo sfonname è tipo se una cosa che senti tu come da dentro, una forza anche oscura, anche generosa benevola e tracimante come un'ascia spaccapietre micidiale, una falce vendicatrice e carezzevole diciamo, ecco, dopo tutto un discorso di questo tipo per esempio in treno per firenze, che poi magari in quelle carrozze da sei che siete può capitare soli, ma forse e dico forse può anche darsi che sia in parte avvenuto nella tua testa questo invito, non è detto, ossia la percezione di questo che poi uno gli viene di tirarsi fuori l'uccello perché gli pareva come di avere inteso un invito in quel frangente dell'ancheggiare e dell'afferrare il giornale della borsa, mi spiego no? cioè che capita a tutti poi, diciamo la verità, tirarsi fuori l'uccello dico, ma insomma se questa cosa che magari gli pareva reale voglio dire come si può stabilire?, posto che insomma, cioè la nostra interazione col mondo è veicolata dalle nostre percezioni come non fidarsi dell'invito delle chiappe?, io anche per questo mi reputo innocente, dico, è come dire vuoi un the, o no? io poi ecco considerando anche l'assiduità e la compiacevole permanenza in quei primi attimi di lei come rapita a bocca aperta a fissarmi in quel tripudio festante, ecco, mi sembrava proprio piena di gioia e del resto, come ovvio, ora mi ama. che poi è anche come tecnica, per quelli che ritengono di esperimentare delle tecniche per lo meno, come tecnica d'approccio ora io dico, tolto questo inconveniente del gabbio, è anche una tecnica degna di nota. tirare fuori l'uccello, dico.

[lettera firmata]
Caro [lettera firmata],
di lettere come la tua ce ne arrivano a decine, forse addirittura a centinaia la settimana.
Ci siamo fino ad ora rifiutati di pubblicarle perché, come saprai, non siamo soliti trattare questi argomenti. Tuttavia, considerata appunto la mole di richieste, ci sembrava sbagliato ignorare la questione. Siamo in campagna elettorale, perciò non possiamo direttamente intervenire nel dibattito - questo blog potrebbe influenzare quattro voti. Abbiamo così scelto la tua lettera perché è la più rappresentativa e - senza ulteriori commenti da parte nostra - illustra perfettamente il problema della riforma della Giustizia.
Ti ringraziamo di essere stato così incisivo.

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Scrivete a lacollanadellaregina@gmail.com, se vi va.

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