mercoledì 7 aprile 2010

Προς τόν απαίδευτον καί πολλά βιβλία ωνούμενον, o Adversus indoctum et libros multos ementem



Marcello Dell'Utri fa cultura.
Quando non fonda partiti, non concorre esternamente in associazione mafiosa [in primo grado], non froda il fisco [patteggiamento] e non tenta estorsioni [prescrizione], Marcello Dell'Utri fa cultura.
È il presidente della Fondazione Biblioteca di via Senato - che è anche casa editrice di libri "meritevoli di essere letti e riletti", come: Filippo Facci, Fumo negli occhi. Le crociate contro il tabacco e altri piaceri della vita, pp. 208, € 14 -, è il fondatore del Circolo dell'Utri di Milano - che, nonostante il nome, si dedica ad attività culturali e del tutto legali -, è il fondatore e l'editore del "settimanale di cultura" Il Domenicale - che nella sezione Approfondimenti del sito web pubblica interventi dai titoli eloquenti quali "A morte i critici e i giovani scrittori. Sono loro, insieme agli autori impomatati e agli editor furbi furbi, i colpevoli del degrado culturale. Nel mondo dei magazine e della televisione vince la mediocrazia. Anche nella letteratura" e "La fine del 25 Aprile. Sessant’anni di liturgia resistenziale e di mistica antifascista non sono bastati a fare di questa data il simbolo dell’identità italiana, che forse vale la pena di fondare altrove" e ancora "LA CENA DEI CRETINI. La rivoluzione francese ci ha lasciato solo il sistema metrico decimale. In compenso, nei salotti dei philosophes illuministi si gettarono le basi del razzismo. Con buona pace dei tanti progressisti, orfani del comunismo, che oggi amano definirsi nipotini dei Lumi" e poi (non poteva mancare) "Ciao Darwin - Il crepuscolo dell’evoluzionismo. Al mito dell’uomo-scimmia non crede più nessuno. Per primi gli scienziati. Perché allora insistere?".



Cultura, quindi. Marcello Dell'Utri è un politico, un indagato e un uomo di cultura. Uomo di cultura e bibliofilo. 
È noto come Dell'Utri riceva periodicamente manoscritti inediti rarissimi. Nell'ultimo mese si è molto parlato del capito mancante di Petrolio, di Pier Paolo Pasolini, intitolato Lampi sull'Eni, che Dell'Utri avrebbe in possesso ma che si rifiuta di mostrare ad altri - tanto è bibliofilo, ha paura che glielo sciupino. Nel 2007, invece, fu la volta di un Auctor dellutriano, Benito Mussolini ["Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono", ipse dixit], del quale il dotto Dell'Utri si disse possessore dei diari del periodo 1935-39, diari già dichiarati falsi nel 1980 e per sicurezza una seconda volta, una decina d'anni dopo.
Possiamo solo immaginare quali altre sorprese rivervi la sua biblioteca.

Dishonorata
Marcello Dell'Utri conserverebbe il capitolo finale tagliato dall'editore del famoso romanzo di Emilio Salgari, Il Corsaro Nero
Nel capitolo, intitolato Dishonorata, il Corsaro Nero - che nella versione che conosciamo vedevamo piangere perché costretto ad abbandonare in mezzo al mare Honorata Wan Guld, di cui era innamorato - decide di tornare sui suoi passi e riportare a bordo della Folgore la bella Honorata, abbandonandosi alla passione più sfrenata, e coinvolgendo i suoi compagni di avventure: Carmaux, Wan Stiller, Moko e il luogotenente Morgan. Secondo indiscrezioni, il romanzo non si concluderebbe dunque con la frase "Guarda lassù! Il Corsaro Nero piange", ma con "Guarda là sotto! Il Corsaro Nero spinge". 
Il capitolo mancante sarebbe giunto nelle mani di Dell'Utri tramite un suo vecchio amico e collega - di cui non è stato rivelato il nome - che a sua volta aveva scoperto il prezioso manoscritto tra le carte della sua collezione di letteratura erotica.
Il ritrovamento getta anche una nuova luce sul mistero che avvolge la morte di Salgari. Secondo la vulgata, lo scrittore corsaro si sarebbe suicidato il 25 aprile 1911, vessato da ristrettezza economica e troppo lavoro. Potrebbe però essersi deciso a commettere l'insano gesto come protesta contro la censura o, peggio, essere stato assassinato dal suo editore, Enrico Bemporad, al grido di "Tu scrivi queste porcherie e noi ti paghiamo coi soldi di Pinocchio. Ti sembra sano?".
Paolo Zanotto, ex-sindaco di Verona, città natale dello scrittore, si costituirà parte civile in un ipotetico processo. 

Il diario vero
Marcello Dell'Utri sarebbe in possesso del diario di Anna Frank, quello vero.
Il diario pubblicato ad Amsterdam nel '47, secondo la ricostruzione filologica di Dell'Utri, sarebbe un falso. Egli ha annunciato di aver ricevuto dai figli di un partigiano deceduto, di cui si rifiuta di rivelare il nome, il vero diario di Anna Frank: un manoscritto di una  cinquantina di pagine, molte delle quali coperte da scarabocchi e disegni di pony e unicorni. Secondo indiscrezioni, questo autentico diario conterebbe giusto un centinaio di parole, se si esclude il nome Anna Frank, scritto quasi su ogni pagina, in stili diversi. I testi sarebbero per lo più liste di libri e film preferiti, elenchi di capi di abbigliamento desiderati, abbozzi di lettere d'amore a Peter van Pels e testi di canzonette.
Alcuni storici si sono espressi in favore dell'autenticità, ma secondo altri, la scritta Smemo impressa sulla copertina potrebbe far pensare a un falso.

Un eroe, a modo suo
Marcello Dell'Utri ha dichiarato di avere un romanzo inedito di Luigi Pirandello, il cui titolo dovrebbe essere Un eroe, a modo suo o Eroe a suo modo.
Secondo indiscrezioni, il romanzo narrerebbe le vicende di un uomo della malavita siciliana emigrato in Brianza alla vigilia della Grande Guerra. Lì viene assunto come stalliere e conduce una vita proba, cercando di redimersi dai peccati di cui si era macchiato nella natìa Palermo, anche con l'aiuto del suo gentile e comprensivo Padrone - non meglio indicato - finché non viene nuovamente incriminato, questa volta per il tentato rapimento di un vitello, proprio il vitello preferito del Padrone. Sebbene l'uomo sia innocente, decide di assumersi il ruolo di colpevole, la maschera del cattivo, ma muore di crepacuore prima di poter essere condannato. Il romanzo, intriso della tipica ironia pirandelliana, si chiude con l'ode funebre del Padrone, piena di pathos e affetto nei confronti del vecchio stalliere che viene definito, appunto, "un eroe, a modo suo".
Il prezioso inedito, che ha suscitato persino l'interesse dell'Accademia Svedese, doveva essere esposto al pubblico nell'ambito di una Fiera del Libro patrocinata dallo stesso Dell'Utri, ma all'ultimo è stato sostituito da un vecchio numero di Topolino.

Untitled
Ovviamente, non poteva mancare sullo scaffale di Marcello Dell'Utri un inedito di J.D. Salinger.
Di questo volume non si hanno molte notizie, principalmente perché Dell'Utri non sa l'inglese e non conosce nessuno che glielo può tradurre senza finire per ricattarlo. Sappiamo solo che si tratta di un dattiloscritto di centodue pagine un po' ingiallite, in possesso di Dell'Utri già da quando era amministratore delegato Fininvest. In un'intervista al Corriere della Sera del 4 marzo 1985,  Dell'Utri dichiarava: "Un amico di mia figlia vorrebbe che facessimo un adattamento del Giovane Holden, così abbiamo scritto all'autore e lui ha mandato a me personalmente un libretto, cho forse è già una sceneggiatura, non so bene. Sulla prima pagina c'è scritto qualcosa tipo fuc iou, che credo sia come loro dicono grazie, e poi c'è scritto, credo, tu undret reason vui i ate iou. Boh. Staremo a vedere."

2 commenti:

federico ha detto...

Noto una colpevole dimenticanza.

Dell'utri, come del resto ormai noto nei salotti letterari diciamo così contigui al Transatlantico, è in possesso del rarissimo - unico - manoscritto dantesco esistente al mondo. Come se non bastasse nei 34 papiri del malmesso codice autografo è presenta quello che a tutti gli effetti risulta essere un inedito dell'illustre Poeta, il poemetto contenuto nel manoscritto si intitola infatti "Stuprar vorrei dei bei bambini
oh gente", e pare riveli le goliardiche (?) attitudini pedofile del Nostro maggior poeta. Unica macchia nel gioiello della collezione dellutriana è la dichiarazione dei maligni filologi dell'Università di Friburgo, i quali additano grossolanamente il testo come falso per via della comparsa e scomparsa di taluni caratteri, segno evidente - a loro avviso - della completa composizione del feticcio su falsa pergamena e per di più con inchiostro simpatico. Invidiosi.

madmac ha detto...

complimenti lia, anche se ho un po' paura a chiederti come fai ad essere a conoscenza di queste succose indiscrezioni dellutriane