mercoledì 9 giugno 2010

PO! POPPOPPOPPOPO! I'm a loser, baby / So, why don't you kill me

Il calcio mi annoia mortalmente e aspetto i Mondiali con lo stesso entusiasmo di una fiction di venti puntate su Camillo Ruini.
Questa frase mi ha fatto passare da insopportabile snob a mega-stronzo in ventidue parole, me ne rendo conto. Ma non ci posso fare nulla. E credetemi se vi dico che ci ho provato. Ho provato a farmi coinvolgere, ho provato addirittura a puntare sul nazionalismo, ma non è servito a niente. 


La parte in cui accampo scuse
Potrei dire che il mio problema è radicato nell'infanzia. Quando andavo a giocare sotto casa mi facevano sempre fare il portiere perché ero grasso e perché ogni volta che chiedevo di non stare in porta facevo delle tremende figure di merda [al livello dell'autogol]. Del resto, anche come portiere ero penoso perché non ero abbastanza grasso e non mi buttavo [buttatevici voi sopra l'asfalto rovente delle tre del pomeriggio].
A questo aggiungo: 1) una profonda avversione per la retorica calcistica [da quella da due soldi dei commentatori di RaiSport a quella intellettualoide di chi usa il calcio come metafora di qualunque cosa]; 2) nessuna simpatia per la Nazionale italiana, i cui successi, per quanto ne so io [NB: non ne so niente], sono inversamente proporzionali alla bravura in campo; 3) un concetto di noia del tutto personale [ché se vedere una partita di calcio di novanta minuti mi annoia, posso stare per due ore e mezza seduto sul bordo di una poltrona del cinema a vedere un film tedesco in bianco e nero ambientato nel primo dopoguerra come fosse tutto un unico cliffhanger]. 
Ma mi accontento pure di mega-stronzo.


Così, mentre al Tg1 brindano perché hanno finalmente un motivo valido per parlare di cazzate per un mese, io ogni volta che vedo il conto alla rovescia alla prima partita dell'Italia vengo percorso da un brivido. Mi vedo sul divano davanti alla tv, con la birra e gli amici ai quali evito di dire qualunque cosa per non infastidirli, mentre a un tratto me ne esco con frasi del tipo di:
- "Vediamo che c'è sugli altri canali?" (durante la pausa tra primo e secondo tempo);
- "Posso cambiare un attimo?" (durante le pubblicità di trenta secondi nei punti morti della partita);
- "Solo un secondo, tanto ormai si sa come finisce" (durante l'ultima azione nell'area di rigore degli avversari prima del fischio dell'arbitro con le due squadre in parità).
Persone che potrebbero dire le stesse cose: a) i gay che non hanno un debole per i calciatori; b) le ragazze, escluse: b1) le lesbiche; b2) quelle che per abbordare i ragazzi dicono cose tipo "Guarda che lo so che è un fuorigioco!".
Livello di umiliazione mio personale [con tutto il rispetto per i gay e le ragazze] e conseguente complesso di inferiorità in una scala da uno a dieci: 9. Ma posso raggiungere il 10 presentandomi a casa di qualcuno il giorno della partita decisiva con il dvd di Mulholland Drive esclamando sorpreso: "Credevo che avremmo visto questo".

Tuttavia, dato che è l'ultimo Mondiale prima della Fine del Mondo, ho deciso di impegnarmi e dare anch'io il mio contributo. Il mio scopo è quello di trovare un sostituto per il PO! POPPOPPOPPOPPO! PO! sulle note di Seven Nation Army dei White Stripes. 
E' più difficile di quanto pensiate.
I White Stripes sono un duo indie [qui indie lo userò nel senso più lato possibile] e - già che ha portato bene e tutto - è dall'indie che bisogna attingere. Poi è ovvio che c'è POPPOPPOPPOPPOPPO! POPPOPPoker Face! già lì pronto per l'uso, ma Lady Gaga non è sempre la risposta. 

Dunque, cominciamo dai National. Non si potevano non prendere in considerazione dato il nome. L'ultimo album [ché l'altra regola è "pezzi di quest'anno", ma solo per limitare il campo - Seven Nation Army era del 2003] si chiama High Violet ed è fatto solo di canzoni che già al primo ascolto sembrano Grandi Classici del Rock. Non lo so come ci siano riusciti, ma il risultato è notevole. In più è pieno di collaborazioni che alzano decisamente il tasso indie: Nico Muhly, Sufjan Stevens, Justin Vernon. Messi qui così magari non vi dicono nulla e questo è il bello. Ora, la mia candidata sarebbe Vanderlyle Crybaby Geeks, ma mi rendo conto che è poco POPPOPPabile e mi accontento che resti l'inno nazionale del paese dove andrò a vivere quando sarò morto. Restano Afraid of Everyone [qui live on Letterman con tanto di Stevens a fare il coretto] e Lemonworld. La prima ha questo verso, "Yellow voices swallowin' my soul soul soul" [al minuto 3:30 del video - ma sulle parole esatte c'è incertezza] che può facilmente essere tradotto con POPOPO! POPPOPO! PO! PO! PO! PO! e via così. La seconda, Lemonworld, ha un ritornello che fa "You and your sister live in a Lemonworld / Doo doo doo doo doo doo doo doo" e se lo ascoltate un attimo capite che doo doo passa a PO!PO! praticamente da solo.

Veniamo ai Broken Social Scene, altro importante fenomeno indie, ma non abbastanza fenomeno da non essere in questa lista. Sono canadesi e non so, credo contino quindici o sedici elementi. Il loro ultimo disco si chiama Forgiveness Rock Record e l'ho dovuto ascoltare parecchie volte per trovarci qualcosa di utile al mio scopo. Questo perché le canzoni non si sa mai dove vogliano andare a parare. Per dire, c'è n'è una che si chiama Me and My Hand ed è proprio quello che sembra: una canzone d'amore dedicata alla con cui ci si masturba. Parte come una roba sghemba à la Daniel Johnston e poi, quando ci si mette il falsetto, sfiora la parodia dei Radiohead. Ma la mia scelta cade su Meet Me in the Basement: le quattro note ipnotiche e il tono enfatico sono un POPOPO in nuce. Cinque anni fa magari l'avrebbero fatta loro stessi così, col POPOPO al posto di chitarre e archi, ma il tempo passa per tutti.

Passiamo ai Black Keys, che sono solo due - uno alla batteria e l'altro alla chitarra - e si spacciano per fratelli come facevano Jack e Meg White. In realtà non sono sicuro che lo facciano, ma l'ultimo disco si chiama Brothers quindi presumo di sì. E poi uno dei due di cognome fa Auerbach, così ci ricordiamo che questo blog ha affrontato argomenti più seri e che ci dovremmo tutti vergognare a sprecare il nostro tempo così. Per la POPizzazione io propongo l'intro di Tighten Up, il cui video senza alcun motivo non smette di farmi ridere. Per intro intendo la parte fischiata, ché se si può fischiare può anche diventare POPOPOPOPO! POPOPOPOPO! POPO! POPO!

Degli Arcade Fire avrete almeno sentito parlare. Con due dischi, anzi uno, sono diventati delle leggende dell'indie. Se non avete ascoltato almeno una canzone da Funeral significa o che vivete su una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico da sei anni o che avete deciso a priori che non vi sarebbero piaciuti. In entrambi i casi: shame on you. Ma, dicevo, leggende dell'indie. Per farvelo capire mi basta dirvi che sono in questa lista nonostante il loro ultimo album non esca che ad agosto. Prima della fine di maggio hanno rilasciato due singoli, The Suburbs e Month of May, dando a un negozio di dischi da qualche parte in Inghilterra il vinile su cui erano registrati, vinile che è finito su BBC Radio e poi dovunque su internet - se ho capito bene com'è andata. Adesso sono entrambi sul loro sito. Il più POPizzabile è il ritornello di The Suburbs.

Per non dare l'impressione di aver buttato lì le prime canzonette che mi venivano in mente potrei citarvi  tutte quelle che ho escluso, tipo:
* Vampire Weekend, Diplomat's Son;
* LCD Soundsystem, Pow Pow;
* Beach House, Norway;
* The Morning Benders, Promises;
* The Radio Dept., Heaven's on Fire;
* The New Pornographers, Your Hands (Together); ecc.
Del resto, nessuno di questi pezzi è stato sottoposto alla prova del nove: sostituire "Siamo i Campioni del Mondo" a POPOPO. 
Alla fine, chissenefrega.

1 commenti:

gb ha detto...

faccio ancora in tempo a segnalare "Round and Round" di Ariel Pink's Haunted Graffiti, dall'album "Before Today", che è un po' tutto POPPizabile.