Pensavo a Calvino. Ci pensavo perché lo sto studiando.
Aveva trentatre anni quando alla Einaudi gli affidarono il progetto delle Fiabe italiane. Ne aveva ventinove quando Vittorini gli pubblicò il libro da cui è tratta la frase del titolo di questo post senza capo né coda. Aveva ventiquattro anni al romanzo d'esordio [ma ventidue al primo racconto pubblicato su rivista]. Ne aveva ventuno quando col fratello si unì ai partigiani. Moriva a sessantadue anni. Ictus. Oggi ne avrebbe avuti ottantasei.
C'era un periodo in cui facevo questi calcoli per ogni scrittore che mi piacesse. Quanti anni aveva all'inizio. Quanti alla fine. Quanti libri aveva pubblicato in vita. Se era ricco.
In genere sulle enciclopedie c'era scritto "di famiglia agiata" - e se non era scritto proprio così, le parole usate lasciavano comunque intendere che il tizio in questione si era messo a scrivere perché il pane prima della filosofia ce l'aveva assicurato [Proust era ricco sfondato e ha scritto un romanzo di quattromila pagine o giù di lì]. Se no, c'era scritto che il tizio aveva fatto mille sacrifici o mille lavoretti o tutto il necessario per vivere di arte ed era morto povero o alcolizzato. Spesso tutt'e due le cose.
La mia preoccupazione era di non essere né troppo ricco né troppo povero. Troppo giovane [ma non abbastanza da essere un bambino prodigio] o troppo vecchio [nel senso di "raggiungere la meta fuori tempo massimo"].
Ma questo era prima, quando volevo fare lo scrittore. Adesso, anche se solo penso al mio nome vicino alla parola "scrittore" mi scappa da ridere.
Eppure sono qui a scrivere. Eppure ieri sera, a cena, un mio amico ha detto "brindiamo al futuro di mt come scrittore!". Eppure provo uno strano piacere nell'usare "eppure".
E' come se fossi vittima di un complotto - un intrigo che coinvolge parecchie persone [ma anche entità, personaggi, finzioni] diverse tra loro e a prima vista lontanissime, eppure [sì!] unite da un obiettivo comune. Il complotto per farmi scrivere.
Ora, il problema, con questi complotti segreti, è che ci si può anche non credere.
Sì, come no, il Vaticano è il governo fantoccio di una razza aliena di mostruose lesbiche pelose di Venere...
Sì, certo, Sandro Mayer è in realtà Alfonso Signorini che in realtà è Maurizio Costanzo che in realtà è la moglie che in realtà è un insetto coprofago...
E se questa fosse vera? E se quell'altra... no, non ci voglio nemmeno pensare.
Quello che vorrei davvero [potrebbe essere il mio proposito per il nuovo anno, insieme a "fare meno attività fisica"] è essere come uno di quei Grandi Autori Reclusi à la Salinger [novantuno anni dopodomani], che hanno scritto qualcosa di magnifico e sono spariti, e alla cui morte si scatenerà un'asta sanguinaria per conquistare i diritti degli inediti.
Ma [tralasciando il "qualcosa di magnifico"] non sono abbastanza vecchio, né abbastanza ricco da comprarmi una villetta in campagna e vivere di roba ordinata su Mediashopping.
Le spese di spedizione sono un latrocinio.
Lola&Vlad – Piero Melati
7 ore fa
4 commenti:
Piacere di avervi incontrato per caso..la lettura del vostro blog è interessante..
venite a trovarmi
buon proseguimento
Valeria
lo faremo
grazie
puro delirio avantpop, se posso mi unisco al brindisi!
sei il benvenuto
Posta un commento