lunedì 4 gennaio 2010

La prima interessantissima querelle letteraria dell'anno

Suscita scalpore il progetto lanciato dal blog della casa editrice romana Minimum Fax, minima&moralia: creare una Lega delle piccole e medie case editrici che popolano la penisola, la Pli'n'Plì (da Più libri. Più liberi, la fiera della piccola e media editoria che si tiene ogni anno proprio a Roma). Secondo gli ideatori dovrebbe essere "un'occasione unica di autocoscienza, la creazione di una rete di scambi di idee e manodopera a basso costo - magari di stagisti". Dopo solo un'ora dalla pubblicazione del post in cui si parla della Pli'n'Plì, sono quindicimila gli editori che si dimostrano interessati: una piccola parte, che lascia però ben sperare.
Quando le case editrici che aderiscono toccano quota quarantamila (un terzo del totale) e a Minimum Fax si preparano a brindare, sorgono le prime complicazioni. Un anonimo traduttore di manuali di self-help denuncia che, sottoscrivendo il patto-Minimum (o, come viene presto ribattezzato, il MinCulPax), tutte le traduzioni dall'inglese e "da altre lingue da concordare con gli editori stranieri" sarebbero state affidate a Martina Testa. Da Ponte Milvio non arrivano smentite: in effetti, la clausola-Testa si ritrova in una minuscola nota a piè di pagina nel PDF dello statuto della Lega Pli'n'Plì scaricabile dal loro sito, nota leggibile solo quando Adobe Reader non fa le bizze. Con la scoperta di altre note simili a questa, non tardano ad arrivare altre polemiche.
Gianni Biondillo su Nazione Indiana scrive: "VOGLIO NOMI E COGNOMI! Voglio prove, documenti, fatti, non sottintesi, ammiccamenti, strizzatine d’occhio". Gilda Policastro, sullo stesso blog, ribatte: "Nomina sunt consequentia rerum". Dalle pagine del Primo Amore, Carla Benedetti commenta: "È una mania tutta italiana quella di fabbricarsi dei piccoli teoremi storico-epocali per magnificare ciò che si fa". Per Wu Ming I si tratta di: "Gente ancora convinta di trovarsi all’epicentro dei processi di legittimazione culturale, quando invece è ai margini estremi di una periferia dei discorsi e - soprattutto - delle pratiche. Tutto avviene già altrove". Vibrante la denuncia di Loredana Lipperini: "Un tantino desolante".
Mettendo insieme i pezzi viene fuori che il vero progetto di Minimum Fax è quello di asservire l'intero complesso della piccola e media editoria, allo scopo di pubblicare libri i cui titoli, letti uno di seguito all'altro, formino l'opera omnia di Raymond Carver. Per esempio, la casa editrice Nutrimenti sarebbe stata costretta a pubblicare un volume sulla politica italiana degli ultimi vent'anni dal titolo C'era questo cieco; Un amico di mia moglie sarebbe stato, per contratto, un libro di Giulio Perrone; per la collana "Haiku" di Empiria sarebbe uscito Che doveva arrivare per passare; La notte da noi sarebbe stato un romanzo ambientato nel mondo delle gang-bang edito da Las Vegas Edizioni.
Tocca a Luca Briasco risolvere la questione. Ospite di Fabio Fazio, l'editor Einaudi propone di sacrificare una ciocca della sua folta capigliatura pur di vedere ristabilito l'ordine tra i Piccoli Editori e i Medi Editori (nel frattempo scissi in queste due fazioni - i primi invocando la bancarotta per Minimum Fax, i secondi puntando alla bancarotta fraudolenta). Si arriva ad un accordo: portavoce delle case editrici (solo uno ciascuna, altrimenti non c'è spazio) si riuniscono allo Stadio Olimpico di Roma. Al centro del campo, un paio di forbici posate su un'ara e Luca Briasco con una mantellina rosa da coiffeur. Le lame, ora brandite dalla parrucchiera Cinzia, scintillano ai flash dei reporter di Nuovi Argomenti e TuttoLibri, quando un dirigibile targato ilmiolibro.it oscura il cielo sopra lo stadio gremito. Dal dirigibile iniziano a cadere degli oggetti. Sembrano fogli di carta, da lontano - ma no, sembrano libri, agende, lettori dvd, iPhone.
Sbagliato: sono e-book reader.

6 commenti:

fred ha detto...

ed è solo la punta dell'iceberg... (bel post, la questione è, ahinoi, centrale - ahinoi perché proprio quelli come noi ne pagano e ne pagheranno - se non si allontanano alla svelta da quest'ambiente - le amarissime conseguenze...)

fred ha detto...

(e, sembro delirare, ma è come se fosse tutto vero...)

lia ha detto...

in effetti le parole di biondillo & co. sono tutte vere

f. ha detto...

non nascondo che lo sospettavo... mumblemumblemumble...

lucio vero ha detto...

fino a metà ci ho creduto in pieno (ok, forse non ero del tutto lucido)! comunque, parafrasando un verso celeberrimo "forse non era ver, ma però credibile"; e se ne dovrebbe dire sui corsi per editori e per scrittori di minimum fax, e più in generale sull'equazione [m.fax : lettore semicolto = apple : fashion addict tecnologico].
secondo me so' peggio di mondadori (non solo loro, eh, anche tanti tanti altri, in quel variegato sottobosco dei veleni che è la piccola e media editoria italiana)

Damiani ha detto...

fantastica la chiosa del post!

La piccola editoria è oggi fucina di idee indipendenti, sperimentazioni (non selvagge ma ben ponderate e ricche di suggestioni) e tanta, tantissima cura.

Il rischio è dover cominciare tutto da capo.