venerdì 29 gennaio 2010

"Tutti sono monache". ("Tout le monde est une nonne")

In genere quando sento dal tg che è morto qualcuno di più di ottant'anni dico "Be', era pure ora". Ieri sera non l'ho detto perché quel qualcuno era Salinger. [La cosa divertente è che mentre leggevo Il giovane Holden - anni fa, ormai - credevo che l'autore fosse già morto da un pezzo].

Stamattina ho anche comprato i due maggiori quotidiani nazionali. In prima pagina avevano la stessa foto; dentro, lo stesso florilegio di banalità. Più un simpatico gioco che si chiama "Scopri cosa Jonathan Safran Foer pensa di Salinger": secondo il Corriere ha avuto su di lui una "enorme influenza sia dal punto di vista letterario, sia umano", secondo la Repubblica non l'ha mai amato. Più Alessandro Piperno che sul Corriere fa un po' di confusione tra smettere di scrivere e smettere di pubblicare - il che la dice lunga su un sacco di cose.

Comunque, ripensando a Salinger mi è venuto in mente Calvino, e queste parole che magari non c'entrano niente, però, insomma.

 Palomar pensando alla propria morte pensa già a quella degli ultimi sopravvissuti della specie umana o dei suoi derivati o eredi: sul globo terrestre devastato e deserto sbarcano gli esploratori d'un altro pianeta, decifrano le tracce registrate nei geroglifici delle piramidi e nelle schede perforate dei calcolatori elettronici; la memoria del genere umano rinasce dalle sue ceneri e si dissemina per le zone abitate dell'universo. E così di rinvio in rinvio si arriva al momento in cui sarà il tempo a logorarsi e a estinguersi in un cielo vuoto, quando l'ultimo supporto materiale della memoria del vivere si sarà degradato in una vampa di calore, o avrà cristallizzato i suoi atomi nel gelo d'un ordine immobile.
"Se il tempo deve finire, lo si può descrivere, istante per istante, - pensa Palomar, - e ogni istante, a descriverlo, si dilata tanto che non se ne vede più la fine". Decide che si metterà a descrivere ogni istante della sua vita, e finché non li avrà descritti tutti non penserà più d'essere morto. In quel momento muore.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

anche io notavo stamani dovendo come ogni giorno ritagliare la rassegna stampa per ben 3 e dico 3 - e dico 3 - programmi di cultura, notavo la curiosa discrepanza: safran foer è schizofrenico oppure qualcuno si è inventato una delle due contrapposte dichiarazioni? e in caso chi?

ciàn ciàn ciàààn

gb ha detto...

io ho anche notato che per questo ammasso di superficialità e stupidi errori (due pagine sul grande autore deceduto, poi: una roba che dovrebbe andare col pilota automatico) ho speso due euro e settanta (con repubblica c'era il venerdì).
due euro e settanta.

poi uno dice l'internet.

mt ha detto...

qui sembra esserci quasi tutto Salinger (tranne Alzate l'architrave e Seymour)

http://www.freeweb.hu/tchl/salinger/