Il calcio mi annoia mortalmente e aspetto i Mondiali con lo stesso entusiasmo di una fiction di venti puntate su Camillo Ruini.
Questa frase mi ha fatto passare da insopportabile snob a mega-stronzo in ventidue parole, me ne rendo conto. Ma non ci posso fare nulla. E credetemi se vi dico che ci ho provato. Ho provato a farmi coinvolgere, ho provato addirittura a puntare sul nazionalismo, ma non è servito a niente.
La parte in cui accampo scuse
Potrei dire che il mio problema è radicato nell'infanzia. Quando andavo a giocare sotto casa mi facevano sempre fare il portiere perché ero grasso e perché ogni volta che chiedevo di non stare in porta facevo delle tremende figure di merda [al livello dell'autogol]. Del resto, anche come portiere ero penoso perché non ero abbastanza grasso e non mi buttavo [buttatevici voi sopra l'asfalto rovente delle tre del pomeriggio].
A questo aggiungo: 1) una profonda avversione per la retorica calcistica [da quella da due soldi dei commentatori di RaiSport a quella intellettualoide di chi usa il calcio come metafora di qualunque cosa]; 2) nessuna simpatia per la Nazionale italiana, i cui successi, per quanto ne so io [NB: non ne so niente], sono inversamente proporzionali alla bravura in campo; 3) un concetto di noia del tutto personale [ché se vedere una partita di calcio di novanta minuti mi annoia, posso stare per due ore e mezza seduto sul bordo di una poltrona del cinema a vedere un film tedesco in bianco e nero ambientato nel primo dopoguerra come fosse tutto un unico cliffhanger].
Ma mi accontento pure di mega-stronzo.